PAGANESIMO, CRISTIANESIMO E NAZZISMO

NELLA SOCIETA' ATTUALE

Elì... novembre 2011 ...D. C.

http://www.federazionepagana.it/nazismo01.html

di Claudio Simeoni

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Quando Ratzinger è stato eletto papa cattolico qualche giornale fece notare la sua adesione in gioventù al partito di Hitler.

I giornali che fecero quelle obiezioni vennero censurati dai cattolici i quali sono terrorizzati all'idea che le persone scoprano come l'ideologia nazista altro non sia che un'ideologia cristiana.

Ratzinger a Colonia definì il nazismo, a cui egli aveva aderito, ispirato dal Paganesimo.

Certo, Ratzinger doveva evitare che il cristianesimo fosse accusato dei crimini nazisti.

Ma come stanno realmente le cose?

Tolta la propaganda massiccia e violenta del cristianesimo per far credere che il suo dio sia buono nonostante i massacri che mette in atto; QUAL E' L'IDEOLOGIA CRISTIANA IN RELAZIONE AL NAZISMO?

E in particolare; QUAL E' L'IDEOLOGIA CRISTIANA IN RELAZIONE AL DELIRIO DI STRAGE E DI ANNIENTAMENTO MESSO IN ATTO DAL NAZISMO?

E infine; QUALI SONO I PERICOLI INCOMBENTI SULLA SOCIETA' ITALIANA OGGI?

A parte la scoperta dell'adesione di Ratzinger al partito nazista (si è detto che a quei tempi tutti erano obbligati, ma ricordo che il presidente della Germania dell'Est non si iscrisse al Partito nazista), i Pagani hanno sempre sostenuto che l'ideologia nazista altro non era che una delle tante ideologie cristiane se non l'unica forma reale di espressione del cristianesimo quando non è mediato dall'autorità della società civile.

Quando nella Bibbia degli ebrei e dei cristiani leggiamo:

“Contro Moab, così parla il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: “Guai a Nebo, essa è devastata: Cariataim è presa, vergogna e terrore sulla cittadella; non è più la gloria di Moab! Ad Esebon contro di lei si medita la distruzione: “Andiamo, sopprimiamola dal numero delle nazioni”. Anche tu, Madmen soccomberai, già la spada si è rivolta contro di te. Da Oronaim s'innalzano grida: “Devastazione! Grande strage!”, Moab è distrutto, i suoi lamenti si odono fino a Segor. La salita di Luhit la fanno piangendo, alla discesa di Oronaimsi sentono le voci di lamento. Fuggite, salvatevi, siate come l'onagro nel deserto! Per la fiducia da te posta nella tua fortezza, sarai presa anche tu. Camos andrà in esilio e i suoi saperdoti e principi partiranno con lui. Il saccheggiatore entrerà in ogni città, nessuna gli sfuggirà. La valle avrà il saccheggio e la pianura sarà devastata, come h detto il Signore. Date una tomba a Moab, perché è completamente rovinato. Le sue città sono ridotte a deserto, nessuno vi abita più. Maledetto colui che fa l'opera del Signore con negligenza! Maledetto chi rifiuta d'immergere la sua spada nel sangue!” Geremia, 48, 1-10

Quando leggiamo affermazioni di questo tipo appare evidente la fonte dalla quale sgorga l'ideologia e l'opera nazista di strage e di sterminio del “diverso”.

Quando si invoca lo sterminio degli altri. Non si demonizza solo quel “nemico” che si vuole sterminare, ma si introduce il concetto sociale di sterminio come mezzo sociale attraverso il quale dominare e distruggere chi non si sottomette.

Ne "Il santo Reich" di Richard Steigmann-Gall ed Boroli.

A pag. 42 su legge:

"In un discorso tenuto di fronte ad un pubblico di nazisti nell'aprile del 1922 Hitler fece un riferimento più esplicito al cristianesimo, riferendosi a Gesù come "al vero Dio". Dichiarò espressamente di considerare la lotta di Cristo una diretta ispirazione per la propria. Gesù per Hitler non era un archetipo tra altri, ma "il nostro più grande capo ariano". Mentre sottolineava le virtù umane di Cristo in questo contesto, Hitler fece riferimento anche alla sua divinità. Per la festa di Natale della sezione di Monaco della NSDAP, nel dicembre del 1926, affermò che l'obiettivo del movimento era "tradurre in fatti gli ideali di Cristo". Il movimento avrebbe completato "l'opera che Cristo aveva iniziato, ma che non aveva potuto portare a compimento"."

E' Gesù di Nazareth stesso che proclama: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perché sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera e i nemici dell'uomo saranno i suoi familiari. Matteo 10,34

Come spesso abbiamo sostenuto, il superuomo nazista non aveva nulla a che vedere col superuomo di Nietzche. Il superuomo nazista era Gesù: il figlio del padrone davanti al quale tutti dovevano mettersi in ginocchio!

“Chi non onora il figlio non onora il padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va in giudizio ma passa da morte a vita. “In verità, in verità vi dico: viene l'ora ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio , e chi l'ascolta vivrà. Perché, come il Padre ha in sé la vita, così pure ha dato al figlio di aver la vita in sé stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è figlio dell'uomo.” Giovanni 5, 23-27

La super razza, il cui compito era dominare le altre: il popolo eletto!

Dice il nazista Rosemberg di Gesù: “Oggi Gesù appare a noi come Signore [Herr] sicuro di sé, nel migliore e più alto significato della parola. E' la sua vita che per le genti germaniche acquista significato, non la sua morte tormentata, che è l'immagine sua tra i popoli delle Alpi e del Mediterraneo. Il potente vendicatore, incollerito [Zurnende] nel tempio, l'uomo che trascinava i suoi seguaci, è l'ideale che oggi scaturisce risplendente dai Vangeli, non l'agnello sacrificale dei profeti ebraici, non il crocifisso”. Citazione da “il mito del ventesimo secolo” tratta da "Il santo Reich" di Richard Steigmann-Gall ed Boroli.

Il modello del superuomo, della super razza, del popolo eletto a cui spetta il diritto di sottomettere tutti gli altri!

Sempre "Il santo Reich" di Richard Steigmann-Gall ed Boroli.

A pag. 29 si legge:

"L'idea che Dio avesse sancito il principio che la nazione era uno degli ordinamenti istituiti con la creazione era pure una deviazione teologica entro la corrente principale del cristianesimo, che di fatto, sebbene radicalizzatasi in modo notevole nel corso della Grande guerra, risaliva a molti anni prima. Il risultato fu che gran parte del clero cristiano condannò gli avversari della Germania in termini rigidamente morali, elevando la guerra ad una sorta di crociata in cui Dio aveva scelto la Germania per punire i propri nemici."

Ricordiamo che sia Hitler che Goebbels continuarono a pagare le tasse di adesione alla chiesa cattolica fino alla morte (per loro scelta). Pertanto entrambi, per loro scelta e per accettazione da parte della chiesa cattolica, erano cattolici!

Solo il cristiano può pensare di affrontare le contraddizioni della vita macellando l'umanità quando, attraverso il suo delirio di onnipotenza, si identifica col suo dio padrone o afferma di farne la volontà.

“Io” dice il cristiano: “so che cosa vuole il mio dio padrone, ed io manifesto la sua volontà massacrando, in suo nome, l'umanità.” “No” dice il cristiano “io non farò con negligenza l'opera del Signore!”.

Il nazismo nasce come logica continuazione dell'odio seminato dalla chiesa cattolica. Non si può comprendere l'attività nazista se non si comprende l'ambiente in cui nacque quell'ideologia. Un'ideologia cristiana che ha manifestato il pensiero cristiano senza le limitazioni che la società civile impone ai cristiani.

Riprendo dal 7° volume di "Storia criminale del cristianesimo" di Karlheinz Deschner ed. Ariele:

"Intorno al 1236 vi fu nella Francia settentrionale e occidentale un'altra sanguinosa caccia agli ebrei; secondo papa Gregorio vi furono uccise duemilacinquecento persone, secondo una fonte più recente tremila. Ma lo stesso Gregorio tre anni più tardi stigmatizza in diversi articoli il Talmud e ordina il sequestro di tutte le sue copie. Almeno in Francia l'ordine viene eseguito, e tutta la letteratura ebraica viene confiscata il 3 marzo 1240, mentre gli ebrei sono nelle loro sinagoghe. E il 17 giugno, a Parigi, dopo una disputa ebraico-cristiana patrocinata da re Luigi IX, il carico di ventiquattro carri pieni di insostituibili libri ebraici è bruciato pubblicamente, una catastrofe lamentata nelle sinagoghe ancora nel XX secolo. La chiesa di Francia stermina il Talmud con tale fanatismo che pare si sia conservato fino ai nostri tempi un solo antico manoscritto.

Luigi IX il Santo (1226-1270) fece attuare con estremo rigore le disposizioni antisemite del Quarto concilio Lateranense. Consigliò inoltre, "esemplare nella sua santità" (Pinay), per la difesa del cristianesimo contro gli infedeli, la spada "la quale deve essere infilata nel corpo per quanto riesce ad entrare", cosa che fu a lungo ricordata negli ambienti dell'alto clero ancora dopo Hitler, ancora durante il concilio Vaticano secondo."

Pag. 307

Appare del tutto evidente come l'ideologia nazista non sia altro che un'altra manifestazione di questa cultura e da questa cultura prende forza, ideologia e giustificazione.

Da qui l'idea nazista di Goebbels. Parlado di lui Richard Steigmann-Gall, in "Il santo Reich" ed. Boroli, dice a pag. 48:

"Nel suo riferirsi agli ebrei come ad una "non-razza", Gobbels sembra mettere in discussione l'autenticità del fondamento scientifico e biologico della lotta contro gli ebrei: esso varrebbe se loro fossero una razza. Ciò compare anche in riferimento a Gesù, che Goebbels insiste a dire non ebreo. Non ho bisogno di provarlo con la scienza o lo studio. E' così!". La riverenza che Goebbels mostrava verso Gesù era particolarmente legata all'antisemitismo: "Egli caccia i cambiavalute ebrei dal tempio. Una dichiarazione di guerra contro il denaro. Se lo si dicesse oggi, si finirebbe in galera o in manicomio" Il riferimento a Giovanni 2,15 era destinato ad apparire ripetutamente nell'ideologia antisemita nazista. Come Julius Streicher ribadì nel 1924: " [Noi] combattiamo incessantemente il nefasto miscuglio di religione e politica partitica ebraica, e combattiamo per mantenere la religione pura, come fece il Signore quando cacciò i mercanti e gli usurai fuori del tempio"."

E a pag. 54

"Coerentemente a quanto dicevano i suoi compagni di partito, Hitler credeva che l'antitesi del giudeo non fosse soltanto l'ariano ma anche il cristianesimo e in questo caso Cristo stesso: "La vita [del giudeo] è solo di questo mondo, il suo spirito è così estremamente estraneo al vero cristianesimo quanto duemila anni fa la sua natura fu estranea al grande fondatore della nuova dottrina. Naturalmente quest'ultimo non fece segreto del suo modo di considerare il popolo ebraico, e quando fu necessario impugnò la sferza per cacciare dal tempio del Signore questi nemici dell'umanità, che ora come allora nella religione non hanno visto altro che uno strumento per la loro esistenza fatta di affari". Vediamo qui di nuovo il riferimento a Giovanni 2,15. In un altro passo del Mein Kampf il giudeo assume il satanico aspetto dell'Anticristo: "Nella sua viltà egli diventa tanto grande che nessuno deve sorprendersi se fra la nostra gente la personificazione del diavolo come simbolo di ogni malvagità assume la figura vivente del giudeo"."

Questi deliri di onnipotenza che degenerano nello stragismo hanno origine nella follia del "popolo eletto"!

Quella follia per la quale gli uomini non estraggono il Potere di Essere da sé stessi, ma tendono al dominio sugli altri (li trasformano in schiavi e in oggetti di sterminio) per mandato del loro padrone, del loro dio padrone, dal quale si ritengono legittimati a compiere i massacri.

Come gli ebrei esaltarono la potenza del loro dio che fece macellare i bambini egiziani per "Io sono il Signore, Iddio tuo, che ti ho tratto dall'Egitto, dalla casa di schiavitù.” Deuteronomio 5,6, così i cristiani si ritengono in diritto di macellare gli ebrei e i nazisti non fanno altro che continuare quest'opera di sterminio proprio come continuazione dell'esempio di Gesù di Nazareth!

Se le recenti notizie testimoniano come il Vaticano sia stato il protagonista della salvezza degli stragisti nazisti sia proteggendoli che aiutandoli a fuggire, ciò è dovuto alla continuità ideologica e religiosa fra nazismo e Vaticano: l'uno e l'altro manifestano la stessa ideologia.

Lo sta testimoniando anche oggi Ratzinger con la sua guerra ai Pacs, al dovere di aborto delle donne, al dovere della gravidanza, all'uguaglianza dei sessi e al dovere dello stato di fornire un'uguale sistema scolastico per tutti i cittadini.

L'attività di Ruini, Sodano, Ratzinger e altri non è volta all'interno della chiesa cattolica, nella cerchia dei credenti cattolici, ma è volta ad imporre, all'intera società civile, all'intera struttura giuridica-Costituzionale l'odio e il terrore della vita manifestato dal suo dio, il macellaio di Sodoma e Gomorra e dal suo folle profeta quel Gesù di Nazareth che si vantava di essere sapiente figlio del dio creatore e padrone e, per tale motivo, padrone egli stesso di Esseri Umani.

E appartiene all'ideologia nazista manifestata dal cristianesimo sottrarre all'Essere Umano il diritto Costituzionalmente SACRO di determinare il proprio mondo e le relazioni sociali per sottometterlo al disegno del dio padrone di cui cristiani e nazisti sono coloro che delineano i contorni e i contenuti da imporre agli indifesi.

Le frasi udite durante la “Via Crucis” fatta da Benedetto XVI nell'aprile 2006 ripropongono la volontà nazista di sottomettere il mondo. Riporto le parole pronunciate nel corso della “Via Crucis” prendendole da Il Gazzettino del 15 aprile 2006:

“Sulla folla sono scesi richiami drammatici e parole forti: “Sembra che oggi sia in atto una specie di antiGenesi, un antidisegno, un orgoglio diabolico che pensa di spazzare via la famiglia”. E ancora “L'uomo vorrebbe reinventare l'umanità modificando la grammatica stessa della vita così come Dio l'ha pensata e voluta”. Poi un ammonimento: “Sostituirsi a Dio è la più folle arroganza, è la più pericolosa avventura”. E ancora “Abbiamo perduto il senso del peccato mentre una propaganda sorniona fa l'apologia del male e propaganda un culto assurdo a Satana, un invito folle alla trasgressione, a una libertà incosciente e menzognera che esalta il capriccio e l'egoismo.”

Che differenza sostanziale c'è fra le dichiarazioni fatte da Comastri per conto di Ratzinger durante la “Via Crucis” e questa dichiarazione di Hitler nel Main Kampf e ripresa da "Il santo Reich" di Richard Steigmann-Gall ed Boroli?

“L'uomo che pensa in funzione del popolo, in particolare, ha questo sacro dovere, ciascuno nella propria confessione, di far si che la gente smetta di parlare della volontà di Dio, e realmente compia la volontà di Dio, e non permetta che la parola di Dio venga dissacrata. Perché la volontà divina diede agli uomini la loro forma, la loro natura, le loro capacità. Chiunque distrugga la sua opera dichiara guerra alla creazione del Signore, alla volontà divina”.

Da qui a mettere gli Esseri Umani nelle camere a gas per un Gesù di Nazareth che ordina di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui, il passo è breve.

Sia per il passato che per il prossimo futuro!

Marghera, 24 aprile 2006

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera – Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Analisi e riflessioni sul nazismo

Secondo Bertrand Russell, il nazismo proviene da una tradizione differente da quella del capitalismo liberale o del comunismo. Quindi, per comprendere i valori del nazismo è necessario esplorare le sue connessioni, senza banalizzare il movimento come venne fatto al suo apice negli anni trenta e accantonarlo come poco più grave del razzismo.

Molti storiografi sostengono che l'elemento antisemita, che non esisteva, almeno in origine, nei movimenti affini come il fascismo italiano e spagnolo, venne adottato da Hitler per far guadagnare popolarità al movimento. Il pregiudizio antisemita era molto comune tra le masse dell'Impero tedesco. Si è sostenuto che l'accettazione di massa richiedeva l'antisemitismo, così come l'adulazione dell'orgoglio ferito delle genti tedesche dopo la sconfitta della prima guerra mondiale.

Le origini del nazismo e dei suoi valori provengono dalla tradizione irrazionalista del movimento romantico degli inizi del XIX secolo. Forza, passione, mancanza di ipocrisia, valori tradizionali della famiglia e devozione alla comunità erano considerati valori germanici e nazionalsocialisti.

Parte degli ideologi nazisti tentò di rivitalizzare l'antica religiosità germanica in generale - ed odinista in particolare - al fine di contrapporla alle religioni cristiane viste come un'antitesi alla più pura spiritualità nordeuropea. Un'altra corrente vedeva il nazismo come forma di spiritualismo, ispirato al cosiddetto cristianesimo positivo germanico, che avrebbe dovuto combattere lo spirito giudaico che aveva impregnato le chiese cristiane, in particolare quella cattolica.

Non andate fra i gentili e non entrate nelle città dei Samaritani

Il messaggio di Gesù è il messaggio che nel XX° secolo passò per essere il messaggio del nazismo. Gesù è il superuomo nazista. Il superuomo nazista che pretende che tutti gli ...

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    Resistenza spirituale della convinzione cristiana nella Germania nazista. Il caso ... che nella terminologia cristiana si riferisce al regno millenario di Gesù Cristo durante il ...

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  • Adolf Hitler, il "cristiano" che si credette Messia

    17 novembre 2008 (18:24) | Autore:

    Lawrence Sudbury

    Tags: cristianesimo, germania, Hitler, nazismo, Religione

    http://www.centrostudilaruna.it/adolf-hitler-il-%e2%80%9ccristiano%e2%80%9d-che-si-credette-messia.htmlHYPERLINK "http://www.centrostudilaruna.it/sezioni/storia/storia-contemporanea/"HYPERLINK "http://www.centrostudilaruna.it/sezioni/storia/storia-contemporanea/"

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    In numerosissimi testi storici relativi al periodo nazista troviamo Adolf Hitler dipinto come una sorta di anticristo dedito a culti misterico-paganeggianti e completamente ostile alle chiese cristiane di ogni denominazione[1].

    Lasciando da parte affermazioni teologicamente piuttosto azzardate sulla natura del Führer, dettate più da un giustificabilissimo odio nei suoi confronti che da argomentazioni oggettive (anche perché se, come molti storici sostengono[2], Hitler fu un prodotto della società germanica coeva, dovremmo estendere tale natura, assurdamente, a tutto il popolo tedesco) e le sue tendenze alla mitizzazione occultistica di certe costruzioni ossianico-romantiche sul "Volk" (tendenza, per altro, molto più forte in alcuni gerarchi), è sulla seconda parte dell’assunto che dobbiamo fermarci a riflettere.

    La domanda di fondo, dunque, riguarda la presunta ostilità di Hitler contro la religione cristiana, in qualunque sua forma: siamo certi che tale ostilità realmente sussistesse?

    Certo, le ragioni per ritenere che Hitler fosse un anti-cristiano sono numerose: anche non volendo analizzare il contenuto anti-cristiano di un regime il cui scopo era di plasmare il pensiero dei tedeschi verso una sorta di divinizzazione dello stato e del suo capo, basterebbe leggere il passo del Mein Kampf in cui il futuro Führer afferma di voler eliminare (seppur cautamente e con un certo attendismo politico) la Chiesa, da cui dipendono la sete di sangue, la bassezza e la menzogna di secoli e secoli di storia e che definisce: "…il regno della menzogna" che "deve crollare"[3], o un estratto dal discorso tenuto ai giovani nazisti al congresso di Freusburg, nel 1934, in cui spiegava che: "Il Nazionalsocialismo è una Religione… Ad ogni persona intelligente è chiaro che il Nazionalsocialismo e il Cristianesimo sono nemici mortali… In realtà il Cristianesimo e il Nazionalsocialismo si escludono a priori", per convincersene.

    Come se ciò non bastasse, è assolutamente chiaro che Hitler si circondò continuamente di personaggi che non solo negavano il cristianesimo, ma, spesso e volentieri, se ne dichiaravano nemici convinti. Così, Rosenberg descrisse la religione cristiana come "il credo di una massa di ebrei degenerati"[4], Baldur von Schirach, nel 1933 specificò che alla "Hitler Jugend", la gioventù di Hitler, non si poteva appartenere qualora si militasse al contempo nelle organizzazioni cattoliche, Heydrich, vice di Himmler e capo dell’Ufficio per l’emigrazione ebraica, definiva i preti cattolici "stregoni del cielo"[5], Bormann ricordava che "il nazionalsocialismo e il cristianesimo sono incompatibili"[6], Himmler in una conversazione con Von Weizsaecher, ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, ebbe a dire "non avremo pace finché non avremo distrutto il cristianesimo"[7], Goering, che pure era uno dei più moderati, non volle assolutamente che nella Luftwaffe venissero nominati dei cappellani[8] e Frick, ministro degli interni nazista, nel 1937 evidenziò come il nazionalsocialismo si proponesse "l’obiettivo di sconfessionalizzare la vita pubblica"[9].

    Gli esempi potrebbero essere ancora molti, ma già questi bastano per farci l’idea di un regime (e, conseguentemente di un capo assoluto di tale regime) sostanzialmente lontano da ogni tratto religioso anche lontanamente prossimo al cristianesimo.

    Eppure, il giovane Adolf, durante la giovinezza, non poteva non essere influenzato dal clima culturale della cattolicissima Austria: infatti viene battezzato, frequenta una scuola monasteriale, serve messa come chierichetto e viene cresimato, come tutti i ragazzi della natia Oberösterreich e, sempre nel

    Mein Kampf, apparentemente un po’ contraddittoriamente, confessa: "Ebbi eccellenti opportunità di assorbire il solenne splendore delle gioiose feste ecclesiastiche. Fu, dunque, assolutamente naturale che diventare abate mi sembrasse, così come era accaduto per mio padre per il prete del villaggio, il più alto e desiderabile degli ideali"[10].

    Di per sé, tutto questo potrebbe non voler dire niente: solo il naturale percorso di un preadolescente facilmente influenzabile che, crescendo, incontra nuove idee, ne viene, come da sua natura, influenzato e cambia radicalmente il proprio modo di pensare.

    Ma il problema è se questo modo di pensare sia cambiato poi così radicalmente, al di là di alcune prese di posizione pubbliche del Führer contro l’interpretazione coeva del messaggio cristiano.

    Il dubbio nasce dall’osservazione di alcuni semplici elementi, noti a tutti gli storici:

    1) in nessun discorso Hitler parlò mai direttamente di una volontà o necessità di eliminazione del cristianesimo (cosa ben diversa dal parlare di una eliminazione della Chiesa cristiana) e, formalmente, egli stesso non abiurò mai e morì cristiano;

    2) più di una volta Hitler si espresse apertamente sulla necessità di agire per unire il Protestantesimo ed il Cattolicesimo in un’unica grande

    religione cristiana[11];

    3) in occasione del Concordato con il Vaticano, Hitler affermò: "il fatto che il Vaticano stia concludendo un trattato con la nuova Germania significa chiaramente il riconoscimento dello stato nazionalsocialista da parte della Chiesa cattolica. Questo trattato mostra al mondo intero chiaramente ed inequivocabilmente come l’asserzione che il Nazionalsocialismo sia ostile alla religione sia una menzogna"

    [12]. Certo, potremmo essere di fronte unicamente ad un’abile manovra politica (il nazismo, ai suoi esordi, aveva bisogno di riconoscimenti ad alto livello), ma questo non spiegherebbe la ragione per cui, negli anni a venire, neppure quando i rapporti con il papato divennero ben più tesi, Hitler non ruppe mai il Concordato (pur violandolo sotto molti aspetti);

    4) il senso religioso del Führer, espresso fin dal

    Mein Kampf in affermazioni riguardanti la necessità di avere una fede (quali: "Aiutando a sollevare l’uomo al di sopra del livello vegetativo animale, la fede contribuisce in realtà ad assicurare e salvaguardare la sua esistenza. Togliete dal genere umano odierno i suoi principi educativi religioso-dogmatici, praticamente i suoi principi etico-morali, abolendo l’educazione religiosa, senza sostituirli con qualcosa di equivalente, e il risultato sarà un colpo mortale alle basi della sua stessa esistenza"[13]) non è stato mai messo in dubbio da nessuno, se non per quanto riguarda la sua genericità. In realtà, una specificazione del senso di numerose generiche statuizioni di principio sulla necessità di una educazione religiosa può essere espunta dal fatto che Hitler insistette costantemente sulla necessità dell’insegnamento della religione cristiana a scuola[14];

    5) lungo tutto l’arco della sua esistenza storica, il regime nazista obbligò ripetutamente i soldati del Reich a sottoporsi ad un rito di benedizione con l’acqua santa, seguito da lunghi sermoni cristiani, prima di recarsi ad ogni genere di operazioni militari;

    6) fin dall’inizio del regime Hitler si schierò apertamente contro ogni forma di ateismo. In un discorso a Berlino, nell’ottobre 1933, arrivò addirittura ad affermare: "Siamo convinti che il popolo abbia bisogno di questa fede e la desideri. Per questo, ci siamo decisi a combattere contro il movimento ateistico e non solo con qualche dichiarazione di principio, ma annullandolo"

    [15];

    7) quando, intorno al 1937, Hitler sentì che, dietro istigazione del partito e delle SS, un grande numero di suoi sostenitori aveva abbandonato la Chiesa, ritenuta colpevole di opporsi ostinatamente alla nazistificazione della Germania, egli ordinò ai gerarchi, primi fra tutti Goering e Gobbels, di rimanere membri della Chiesa.

    Analizzando questi dati, non si può non avere qualche dubbio sulle asserzioni relative all’anti-cristianesimo di Hitler…

    Dove sta, allora, la verità?

    Forse, nel Führer para-privato delle conversazioni con i suoi gerarchi (in realtà, anche le sue conversazioni private non lo erano mai completamente, registrate stenograficamente com’erano dai suoi segretari), sperando in affermazioni un po’ meno contraddittorie.

    Anche in questo caso, però, ci troviamo di fronte ad un alternarsi tale di posizioni da lasciare frastornati.

    Prendiamo, ad esempio, uno dei "classici" riguardanti l’Hitler privato, quell’Hitler’s Table Talk

    [16] in cui Norman Cameron ha raccolto i resoconti stenografici dei discorsi del Führer tenuti durante le sue cene con le più alte cariche naziste. Qui troviamo, attribuite al Führer, affermazioni quali: "Il cristianesimo è un’invenzione di menti malate…" e "La cosa miglior e lasciare che il cristianesimo muoia di morte naturale".

    Prese di posizione di questo tipo, però, contrastano apertamente con idee emerse in altre "conversazioni private", quali la gioia per la firma del Concordato, espressa nel corso di un dialogo con Richard Breiting del 1931

    [17] e, soprattutto, i pensieri riguardanti un cristianesimo liberato dall’interpretazione ecclesiastica e riportato al suo reale significato ("riporteremo alla luce i tesori del Cristo vivente …. [e dovremo] educare la gioventù in particolare nello spirito di quelle parole di Cristo che dobbiamo reinterpretare: amatevi gli uni gli altri, tenete in considerazione il vostro prossimo, ricordate che ciascuno di voi non è solo una creatura di Dio, ma che siete tutti fratelli!") riportati nelle memorie dell’amico di Hitler Wagener[18].

    Anche Speer, d’altra parte, dipinge Hitler come un cristiano quasi fanatico, ricordando come egli amasse osservare che "La chiesa è certamente necessaria al popolo. Essa costituisce un fortissimo elemento di mantenimento delle tradizioni"

    [19], il che è solo apparentemente in contraddizione con quanto visto in precedenza riguardo all’odio del Führer per l’istituzione ecclesiastica, dal momento che, nel testo dell’"architetto del Reich" viene chiaramente specificato che egli intendeva per "chiesa" una nuova istituzione capace di riunire cattolici e protestanti sotto una nuova ottica della morale cristiana.

    Tenendo conto che i documenti raccolti da Cameron hanno, in definitiva, una valenza storica molto limitata, dal momento che tutti i resoconti stenografici trascritti da Heinrich Heim (luglio 1941 – marzo 1942) e Henry Piker (marzo 1942 – luglio 1942) sono stati via via rieditati da Martin Borman (notoriamente attestato su posizioni fortemente anti-cristiane

    [20]) con pesanti modifiche, tali da renderli, come testimoniato da Piker stesso, in alcuni punti quasi irriconoscibili[21], possiamo ritenere che quanto emerge dagli altri testi sia più rispondente al vero.

    Ma, in definitiva, allora, che cosa risulta veramente?

    Sostanzialmente, come per molti tratti hitleriani, mettendo insieme discorsi pubblici e privati si delinea una figura enigmatica, pluri-sfaccettata, a tratti ampiamente contraddittoria: una specie di cristiano tradizionalista, ma allo stesso tempo critico, amante del formalismo religioso ma denigratore della linea di pensiero ecclesiastico, sostenitore della morale religiosa ma critico verso alcune sue forme.

    Forse non è lontano da vero Friedrick Parkheim, quando scrive: "Hitler soffriva di una forma quasi maniacale di auto-sopravvalutazione… In qualsiasi campo egli si riteneva il migliore, mille anni più avanti di tutti gli altri e, nell’estrema volubilità ed influenzabilità dei suoi interessi, i campi verso cui indirizzava le proprie attenzioni furono sempre numerosissimi. Nella sua gioventù questo senso di superiorità gli aveva fatto pensare che sarebbe rimasto per sempre un incompreso, ma una volta ottenuto il potere, infuse in lui un senso quasi messianico della propria esistenza: secondo Hitler, Hitler era nato per cambiare il mondo e questa era la volontà di Dio"

    [22].

    In questo quadro, anche il suo coinvolgimento religioso non poteva essere estraneo alla sua maniacalità messianica. E’, dunque, molto probabile che il Führer vedesse in se stesso uno dei pochi corretti interpreti del messaggio salvifico di Gesù, se non, addirittura, una sorta di continuatore del suo compito di ammaestramento del mondo.

    Non sembra un caso, allora, che l’intera visione reinterpretativa del cristianesimo da parte di Hitler sia indirizzata proprio a sottolineare come il proprio messaggio nazista fosse perfettamente in linea con la vera natura del cristianesimo di Gesù. Secondo la sua ottica, così come sottolineato anche da Trevor-Roper

    [23], la chiesa sarebbe nata come una incarnazione del bolscevismo, dovuta alla falsificazione di San Paolo della dottrina di Cristo. Quest’ultimo, quasi certamente, era un ariano, figlio di qualche soldato delle legioni galliche di stanza in Galilea e di una prostituta palestinese (e per questo disprezzato dai Giudei), il cui vero obiettivo sarebbe stato quello di liberare il suo paese dall’oppressione farisaica, rivoltandosi al capitalismo giudaico e venendo condannato a morte per questo. San Paolo, però, per fini personali, avrebbe manipolato tale messaggio per schiavizzare criminalmente le masse proletarie, organizzate in forme di proto-comunismo.

    Chiaramente, si tratta di una visione a dir poco assurda della vicenda cristiana, ma che permette ad Hitler di trovare una continuità tra la messianicità salvifica nazionalista, popolare, anti-capitalistica e anti-giudaica di Gesù e la propria missione nazionalsocialista, anti-ebraica e anti-bolscevica.

    Forse il cuore dell’intera interpretazione hitleriana del più "puro" cristianesimo è rinvenibile in un discorso tenuto da un ancor giovane Hitler il 12 aprile 1922: "I miei sentimenti come cristiano mi indirizzano a vedere nel mio Signore e Salvatore un guerriero. Mi indirizzano verso un uomo che in solitudine, attorniato da pochi seguaci, riconobbe i Giudei per quello che erano e spinse gli uomini a lottare contro di essi e che, per volontà di Dio, fu più grande nella lotta che nella sofferenza. In uno sconfinato amore come cristiano e come uomo leggo il passaggio che ci racconta come il Signore infine sorse in tutto il suo potere e che portò la devastazione verso il nido di vipere e mercanti che infestavano il Tempio. Quanto terribile fu la sua lotta per le sorti del mondo contro il veleno giudaico. Oggi, dopo duemila anni, con la più profonda emozione, io riconosco più profondamente che mai che fu per questo che egli dovette spargere il Suo Sangue sulla Croce. E, come cristiano, non ho il dovere di permettere a me stesso di farmi ingannare ma ho il dovere di essere un guerriero per la verità e la giustizia… E se vi è qualcosa per cui posso dimostrare che stiamo agendo per il meglio, questo è la sofferenza che cresce quotidianamente. Perchè, come cristiano io ho anche doveri verso il mio stesso popolo"

    [24].

    Ecco, dunque, l’Hitler "nuovo messia" di un cristianesimo quasi para-zelota e bellicoso, l’Hitler che, pur formalmente cattolico, si dice ammiratore di Lutero ("Lutero ebbe il merito di sollevarsi contro il Papa e l’organizzazione della chiesa. Fu la prima delle grandi rivoluzioni. E grazie alla sua traduzione della Bibbia, Lutero rimpiazzò i nostri dialetti con la grande lingua tedesca!"

    [25]), al punto di tenerne il ritratto (con quelli di Federico II e di Bismarck) nella sua stanza e da portare sempre con sé la traduzione della Bibbia del monaco di Wittemberg, non tanto per sottili questioni teologiche (di cui Hitler si disinteressava completamente) ma per sottolineare la propria comunanza con questa figura di riformatore della fede.

    E’ lo stesso Hitler "riformatore e messia della Nuova Germania" che, ad una suora che gli chiedeva da dove prendesse la forza per portare avanti la sua opera di riforma del Reich, disse, estraendo il Vangelo da una tasca del cappotto: "Dalla Parola di Dio"

    [26], sottintendendo che di tale Parola egli era lo strumento attutivo.

    E’ in questa chiave "messianica" che, probabilmente, va interpretata persino tutta la parabola ideologica del nazismo. A Wegener, Hitler confessò di vedere il cristianesimo come una forma di socialismo compreso da molto pochi e di stampo nazionalistico, pienamente espresso nell’ideologia fondamentale dell’NSDAP. Ecco come egli stesso descrive il nocciolo ideologico del partito: "Il socialismo è un approccio verso l’intero senso della vita, una visione etica della vita di tutto l’insieme di persone che vive in uno spazio etnico o nazionale comune. Il Socialismo è una Weltanschauung! Ma in realtà, non vi è nulla di nuovo in tale Weltanschauung. Ogni volta che leggo il Nuovo Testamento e le rivelazioni di molti dei profeti e mi immagino trasportato nell’epoca romana e tardo-ellenistica o nel mondo orientale, rimango stupito di tutto ciò che è stato fatto degli insegnamenti di questi uomini ispirati da Dio, in particolare Gesù Cristo, che sono così chiari e unici, innalzati come sono dalla loro carica di

    religiosità. Essi furono coloro che crearono questa nuova visione del mondo che oggi chiamiamo socialismo, che la fondarono, la pensarono e la vissero! Ma le comunità che si auto-definirono Chiese cristiane non la compresero! O, se lo fecero, negarono Cristo e lo tradirono! Perché trasformarono la sacra idea del socialismo cristiano nel suo opposto! Lo uccisero, così come, a quel tempo, gli ebrei inchiodarono Gesù alla croce; lo seppellirono, proprio come il corpo di Cristo fu sepolto. Ma poi fecero risorgere Cristo, istigando la credenza che anche i suoi insegnamenti fossero rinati!

    Sta proprio in questo il mostruoso crimine dei nemici del socialismo cristiano! Che radicale ipocrisia che essi ostentino la croce, lo strumento di quell’omicidio che, nei loro pensieri, essi commettono ancora e ancora, come un nuovo segno divino di conoscenza del cristianesimo e che permettano al genere umano di inginocchiarsi davanti ad essa. Fanno persino finta di predicare gli insegnamenti di Cristo. Ma le loro vite e i loro atti sono un costante attacco a questi insegnamenti e al loro Creatore e una diffamazione contro Dio!

    Noi siamo i primi a riprendere questi insegnamenti! Solo attraverso di noi e mai prima d’ora questi insegnamenti celebrano la loro resurrezione! Maria e Maddalena stettero di fronte alla tomba vuota. Perché esse cercavano un morto! Ma noi vogliamo ritrovare i tesori del Cristo vivente! E’ qui che riposa l’elemento essenziale della nostra missione: noi dobbiamo riportare il Popolo tedesco al riconoscimento di quegli insegnamenti! Perché a che cosa a portato la falsificazione del concetto originale di amore cristiano, di comunità di fede e di socialismo? Dalle loro opere li riconoscerete! La soppressione della libertà d’opinione, la persecuzione dei veri cristiani, i vili omicidi di massa dell’Inquisizione e i roghi delle streghe, le campagne armate contro gente di libera e vera fede cristiana, la distruzione di città e villaggi, la dispersione dei loro armenti e dei loro beni, la distruzione di economie fiorenti, e la condanna dei loro capi da parte di tribunali che, nella loro incredibile ipocrisia, possono solo essere descritti come blasfemi. Questo è il vero volto di quelle chiese bigotte che si sono frapposte tra Dio e gli uomini, motivate da egoismo, avidità personale di fama e guadagno e dall’ambizione di mantenere il loro ruolo di predominio contro il profondo riconoscimento di Cristo di una comunità socialista di uomini e nazioni."

    [27]

    E’ in queste parole che risiede il nucleo della fede cristiana di Hitler, una fede distorta da una mente contorta, ma soprattutto da una pretesa di messianicità non solo politica ma anche religiosa, che rende il cristianesimo del Führer quanto di più lontano dal messaggio evangelico, ma solo uno strumento per trovare in una

    religione apertamente stravolta (e da qui la sua ostilità verso il Cristianesimo ufficiale, apparentemente così contraddittoria rispetto ad affermazioni di elogio per quello che da Hitler viene definito il "vero cristianesimo" ma che, in realtà, è solo una personalissima rielaborazione) e prosciugata dei suoi più profondi contenuti, una giustificazione per idee, concezioni e aberrazioni personali nate in un contesto socio-politico completamente alieno dalla religione stessa e un ulteriore mezzo di auto-esaltazione di un uomo che si riteneva investito da un compito divino e in cui, purtroppo, milioni di uomini videro un nuovo Cristo.

     

    [1] R.Rosenmaum, Explaining Hitler: The Search for the Origins of His Evil, Harper Perennial 1999, passim

    [2] J.Toland, Adolf Hitler: The Definitive Biography, Anchor 1991, pp.84ss

    [3] A.Hitler, Mein Kampf, capitolo III

    [4] A.Rosenberg, The Myth of the Twentieth Century: An Evaluation of the Spiritual-Intellectual Confrontations of Our Age, Legion for the Survival of Freedom, 1982, p.46

    [5] J.McGovern, Martin Borman, Mass Market Paperback 1969, p.111

    [6] R.Steigmann-Gall, The Holy Reich: Nazi Conceptions of Christianity, 1919-1945, Cambridge University Press 2003, p.137

    [7] Ivi, p. 142

    [8] Ivi, p. 144

    [9] Ivi, p. 145

    [10] A.Hitler, Mein Kampf, capitolo V

    [11] K.C. Barnes, Nazism, Liberalism, and Christianity: Protestant Social Thought in Germany and Great Britain, 1925-1937, University Press of Kentucky 1991, p.21 ss.

    [12] A. Hitler, Circolare ai Membri del Partito Nazista, 22 luglio 1933

    [13] A.Hitler, Mein Kampf, capitolo V

    [14] R.Steigmann-Gall, Citato, p.51

    [15] A.Hitler, Discorso a Berlino del 24 ottobre 1933

    [16] N.Cameron (a cura di), Hitler’s Table Talk 1941-1944, Enigma Books 2000, passim

    [17] E.Calic (a cura di), Secret Conversations With Hitler, The John Day Company 1971, passim

    [18] H. A. Turner, Hitler. Memoirs of a Confidant, Yale University Press, 1978, pp.81ss

    [19] A.Speer, Inside the Third Reich: Memoirs by Albert Speer, Galahad Books 1970, pp.95ss

    [20] J.VonLang, The Secretary Martin Bormann: The Man Who Manipulated Hitler, Random House 1979, passim

    [21] H.R. Trevor-Roper, Introduzione a N.Cameron (a cura di), Hitler’s Table Talk 1941-1944, citato, p.VII

    [22] F. Parkheim, Adolf Hitler: the Man and the Mystery, Plymouth Publishing 1998, p.63

    [23] H.R. Trevor-Roper, Citato, passim

    [24] N.H. Baynes, ed. The Speeches of Adolf Hitler, April 1922-August 1939, Vol. 1,Oxford University Press 1942, pp. 19-20,

    [25] N.Cameron, Citato, p.9

    [26] E.C.Helmreich,The German Churches Under Hitler, Wayne State University Press 1979, p.98

    [27] H. A. Turner, Citato, p. 139-140

    http://cristianesimo.it/cattonazismo.htm


    Hitler fervente cattolico?

    http://cristianesimo.it/nazismo.htm